Imilleocchi. Festival internazionale del cinema e delle arti - XVIII edizione

Trieste, Teatro Miela, 13-18 settembre 2019

Ringraziamo molto quanti ci sostengono in questo momento difficile, rinviando al nostro Facebook per gli interventi.
Qui riprendiamo l'articolo del direttore Giulio Sangiorgio sul maggior settimanale di spettacolo in Italia, "Film TV" del 26 febbraio, che cita anche le dichiarazioni di Claudio Magris e Marco Mueller, il cui attestato di stima ci onora.
Ringraziamo con l'occasione anche Il Piccolo, la Cineteca del Friuli, tutti i festival cinematografici internazionali della regione e tutti i consoci della Casa del Cinema di Trieste, oltre a quanti intervengono su Facebook e altrove.
«Una realtà così viva, attenta alla cultura della città e aperta al cinema internazionale, non deve morire. Sono certo che si troveranno i fondi per garantire quanto serve a proseguire l'attività» (Claudio Magris). Con i suoi percorsi di scoperta e riscoperta, I mille occhi di Trieste è un punto di riferimento assolutamente fondamentale per la riscrittura della storia del cinema. Non è un'opinione: è un dato di fatto. La sua importanza è riconosciuta in ambito critico e storico anche e soprattutto all'estero. Quest'anno, sebbene il progetto abbia ricevuto valutazione positiva e sia stato dichiarato "ammesso al sostegno", la rassegna non ha ottenuto i finanziamenti regionali, fondamentali per la sua sopravvivenza. Da orgoglioso partner della manifestazione, Film Tv si stringe intorno al direttore Sergio M. Grmek Germani, e sposa la presa di posizione di un veterano direttore di festival come Marco Müller: «L'Italia ospita una miriade di festival; pochi, tuttavia, somigliano a I mille occhi. La volontà di ricerca (che non dimentica il cinema italiano) e la passione cinefila, due tra le qualità che contraddistinguono l'evento triestino, ci regalano ogni anno sorprese importanti e ci hanno fatto (ri)scoprire opere e autori. Il festival dovrebbe essere un fiore all'occhiello per città, regione e ministero. Non capisco come sia possibile che questo prezioso unicum si trovi a dover ancora lottare per ottenere un contributo istituzionale». 

 

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